14 Novembre 2023
Tempo di lettura: 7 minuti
A cura della dr.ssa Martina Zavoli
Il 14 novembre è la Giornata Mondiale del Diabete, una patologia di prioritaria importanza per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Si stima che in Italia siano circa 4 milioni le persone che ne sono affette e che entro il 2045 la prevalenza del diabete mellito a livello mondiale aumenterà ad oltre 700 milioni di persone. Vediamo che cos’è il diabete e come si può prevenire e tenere sotto controllo con la dieta.
L’American Diabetes Association definisce il diabete mellito come un gruppo di malattie metaboliche caratterizzato da iperglicemia causata da un difetto di secrezione e/o di azione dell’insulina.
A differenza di quello che si può ipotizzare, il diabete non è una malattia ereditaria, tranne che per poche varietà (ad esempio, il MODY). Esiste però una predisposizione familiare, soprattutto in caso di diabete mellito di tipo 2, per cui chi ha un genitore o fratelli o sorelle diabetici ha un rischio di ammalarsi superiore rispetto a chi non ha parenti diabetici.
Le principali varietà di diabete sono:
Per quanto riguarda il diabete mellito di tipo 2, nella maggior parte dei casi la malattia decorre in maniera asintomatica e la sua diagnosi è spesso occasionale (ad esempio tramite analisi del sangue di controllo o durante un ricovero ospedaliero).
Secondo le attuali evidenze scientifiche, chi non consuma carne e pesce ha un rischio inferiore di sviluppare diabete mellito di tipo 2 rispetto agli onnivori, poiché questa malattia è strettamente correlata alla dieta: un’alimentazione tipicamente occidentale, ricca di alimenti di origine animale e trasformati è tra i principali fattori di rischio.
Spesso, nella pratica clinica, ai pazienti diabetici viene consigliato di ridurre l’apporto di cereali (come pasta e pane) e di frutta, mentre viene promosso il consumo di cibi ricchi di proteine, soprattutto di origine animale. La confusione nasce dal fatto che la frutta contiene fruttosio, che è stato associato all’insorgenza di malattie croniche. Tuttavia, il fruttosio presente nella frutta è combinato con fibre e numerosi micronutrienti per cui non vi è alcun effetto dannoso sulla salute, piuttosto il contrario: il consumo di frutta e verdura è associato ad un rischio significativamente ridotto di diabete mellito di tipo 2 (del 20-30% circa).
Inoltre, molte persone si stupiscono nell'apprendere che i diabetici possono - e devono - consumare cibi amidacei quali patate, pane e pasta. Infatti, una dieta ricca di carboidrati complessi aiuta a controllare i livelli glicemici. L'American Diabetic Association raccomanda che almeno il 45-60% delle calorie consumate provenga da carboidrati.
A conferma di ciò, nel 2023 è stata pubblicata una revisione degli studi sulla gestione nutrizionale del paziente diabetico. In tale documento viene promosso il consumo di cereali integrali, verdure, frutta, legumi, frutta secca, semi e oli vegetali non tropicali e non idrogenati, viene consigliato di ridurre al minimo il consumo di carni rosse e lavorate, sodio, bevande zuccherate e cereali raffinati (a favore dei cereali integrali). Vengono inoltre sconsigliate diete a contenuto di carboidrati molto basso (minore del 40%) come le chetogeniche.
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Il consumo di carne può promuovere lo sviluppo di diabete mellito, ecco perché:
Nitriti e nitrati contenuti nella carne lavorata vengono convertiti nell'intestino in nitrosammine, che compromettono la funzionalità pancreatica per il loro effetto tossico sulle cellule beta-pancreatiche.
Gli alimenti che generano il maggior numero di AGE (prodotti finali della glicazione avanzata, associati a resistenza insulinica e stress ossidativo) sono principalmente fritti, trasformati e di derivazione animale. Gli alimenti vegetali non trasformati come frutta, verdura, cereali integrali e legumi generano minor quantità di AGE.
Gli aminoacidi a catena ramificata (BCAA) quali leucina, isoleucina e valina, presenti in maggiori quantità in carne rossa e latticini, promuovono la resistenza insulinica.
L’elevata quantità di grassi presenti nelle carni si accumula nelle cellule muscolari ed epatiche, causando resistenza insulinica, stress ossidativo e disfunzione mitocondriale.
Il ferro eme (presente nella carne) è un pro-ossidante che contribuisce allo stress ossidativo cellulare e peggiora la resistenza insulinica.
Colina e carnitina, presenti nella carne e nelle uova, vengono convertiti dal microbiota intestinale in trimetilammina (TMA) che il fegato successivamente converte in trimetilammina N-ossido (TMAO), implicato nello sviluppo della resistenza insulinica.
Gli evidenti benefici dei cibi vegetali per la prevenzione del diabete mellito sono dovuti all’elevato contenuto in fibra di questi alimenti, al loro basso indice glicemico, agli alti livelli di fitonutrienti e antiossidanti e ai bassi livelli di grassi saturi.
Infatti, i polifenoli stimolano la secrezione insulinica, inibiscono la gluconeogenesi epatica e aumentano la captazione di glucosio cellulare. La fibra mantiene livelli di zuccheri nel sangue più costanti e la sua fermentazione da parte dei batteri intestinali produce acidi grassi a catena corta (SCFAs) come il propionato ed il butirrato, che riducono i livelli di glucosio post-prandiale.
Una dieta vegetale non è solo un valido strumento di prevenzione, ma è utile anche nel trattamento del diabete mellito di tipo 2, come riporta anche la Posizione Ufficiale sulle diete vegetariane dell’Academy of Nutrition and Dietetics, che afferma che questa dieta “serve come efficace strumento terapeutico nelle gestione del diabete di tipo 2”.
Molte altre informazioni sui legami tra pevenzione/cura delle malattie e dieta si possono trovare nel corso:
Corso:
Alimentazione plant-based nell'adulto: la teoria e la pratica
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Mi complimento per la chiarezza e completezza del corso e ringrazio per il prezioso materiale fornito. — dr.ssa Sabrina P.
Ho trovato il corso molto formativo, e ho apprezzato anche le parti pratiche. Più un corso è pratico e più è apprezzabile, soprattutto da chi in un futuro lavorerà in questo campo. — Carlotta A.
American Diabetes Association, Diagnosis and classification of diabetes mellitus. Diabetes Care, 2010.
Società Italiana di Diabetologia, sito online.
Newmann G. and Kassam S., Plant-Based Nutrition for the prevention and treatment of diabetes, Plant-Based Nutrition in Clinical Practise, 2022.
Posizione dell’Academy of Nutrition and Dietetics sulle diete vegetariane (J Acad Nutr Diet. 2016 Dec;116(12):1970-1980).
The Diabetes and Nutrition Study Group (DNSG) of the European Association for the Study of Diabetes (EASD). Evidence-based European recommendations for the dietary management of diabetes. Diabetologia (2023). https://doi.org/10.1007
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