dr.ssa Denise Filippin, Biologa Nutrizionista
14 Novembre 2022
Tempo di lettura: 5 minuti
Ancora oggi molti continuano ad essere convinti che gli alimenti a base di soia siano da evitare per i malati di tumore, soprattutto quello al seno, e che possano provocare recidive. Ma gli studi in letteratura scientifica hanno fornito più volte rassicurazioni in merito: non è assolutamente così, la soia si può consumare tranquillamente.
È stata da poco pubblicata sulla rivista scientifica Critical Reviews in Food Science and Nutrition una revisione sistematica che fa il punto della situazione (a cura del professor Mark Messina e dei suoi collaboratori) [1]. Le conclusioni sono:
sulla base dei dati osservazionali e dei dati clinici, le donne che hanno ricevuto diagnosi di tumore al seno possono consumare alimenti derivati dalla soia senza rischiare effetti negativi;
questa posizione è in accordo con quelle dell’American Cancer Society, dell’American Institute for Cancer Research, del World Cancer Research Fund International e della Canadian Cancer Society;
per quanto riguarda gli effetti positivi, cioè se il consumo di soia possa migliorare la prognosi, non sono ad oggi disponibili dati sufficienti per affermarlo;
la soia non ha effetti negativi nemmeno sul tumore all’endometrio; alcuni studi suggeriscono un effetto protettivo, altri un effetto nullo.
Riguardo al tumore alla prostata, un’altra recente pubblicazione del prof. Messina [2] conclude che alcuni dati suggeriscono che il consumo di soia riduca il rischio di tumore alla prostata, anche se gli studi sono ancora pochi e non conclusivi. Ma nessuno studio ha dimostrato effetti negativi.
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I nutrienti sotto accusa (da parte di chi non è aggiornato in tema di salute e nutrizione) sono gli isoflavoni contenuti nella soia, composti che fanno parte della famiglia dei fitoestrogeni.
I fitoestrogeni hanno sì una struttura chimica simile a quella degli estrogeni, ma, ben lungi dall'avere sull'organismo umano gli effetti negativi degli estrogeni, servono invece a contrastarli.
Funziona così:
estrogeni e fitoestrogeni interagiscono con i tessuti tramite recettori posizionati sulle cellule.
Esistono due tipi di recettori per gli estrogeni: i recettori alfa e quelli beta.
Una volta che l'estrogeno o il fitoestrogeno ha stabilito il legame con il recettore, all’interno della cellula si attivano alcuni geni che regolano diverse funzioni della cellula stessa.
Uno degli effetti è di regolare la proliferazione cellulare: i recettori alfa hanno effetto proliferativo, che quindi può causare l'insorgenza di tumori, mentre i recettori beta hanno effetto contrario, anti-proliferativo.
Gli estrogeni si legano ai recettori alfa, quindi fanno proliferare le cellule.
I fitoestrogeni si legano invece ai recettori beta, che contrastano la proliferazione e quindi sono benefici.
A causa della diffusa disinformazione sul tema, molte persone, soprattutto donne cui è stato diagnosticato il tumore al seno, evitano la soia, privandosi così di un legume che andrebbe invece consumato di più: è ricco di proteine e ha un buon contenuto di minerali, in particolare calcio e ferro in una forma ben disponibile per l’organismo umano.
Usiamo dunque senza timore i prodotti tradizionalmente utilizzati nelle culture orientali, come tofu e tempeh, che si trovano oggi in quasi tutti i supermercati.
Possono essere inseriti nell’alimentazione quotidiana, alternandoli ai legumi, come fonte proteica vegetale.
Il tofu in particolare è molto facilmente reperibile e a buon mercato. Ha un sapore neutro e va preparato con verdure e aromi o comunque mescolato ad altri cibi. È ottimo nell'insalata tagliato a dadini, o tagliato a fettine e aggiunto in panini e tramezzini assieme a una verdura, frullato per farne paté con altri ingredienti; sbriciolato e aggiunto alla pasta (assieme ad aromi o verdure) la rende più ricca e nutriente. Di ottime ricette a base di tofu ne esistono una infinità!
Leggi anche gli altri articoli sul tema "soia e salute", che dimostrano come non esistano patologie per le quali il consumo di soia sia da evitare (a parte ovviamente l'allergia, come per qualsiasi altro alimento) .
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Messina M et al (2022) The health effects of soy: A reference guide for health professionals. Front. Nutr. 9:970364. doi: 10.3389/fnut.2022.970364
Messina M et al (2021) Neither soyfoods nor isoflavones warrant classification as endocrine disruptors: a technical review of the observational and clinical data. Crit Rev Food Sci Nutr. (2021) 62:5824–85. https://doi.org/10.1080/10408398.2021.1895054
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